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  • Monica Paggi

I 12 sensi – II parte

Dopo aver esaminato nel post I 12 sensi – I parte, il primo gruppo di quattro sensi: tatto, vita, movimento ed equilibrio, che sono i cosiddetti Sensi Inferiori rivolti alla conoscenza di noi stessi, passiamo ora alla scoperta del secondo gruppo.

Steiner li definisce Sensi Mediani; sono sensi rivolti questa volta alla conoscenza di ciò che è fuori di noi, la natura esterna e ci mettono in relazione con essa.

Per rintracciarli partiamo sempre dalla domanda “Che cosa ho da conoscere della natura intorno a me e attraverso quale senso lo posso fare?”.


Della natura posso percepire gli odori attraverso il senso dell’OLFATTO e far così entrare dentro di me una parte di ciò che è fuori. L’odore parla dell’intima natura di ciò che lo produce. Pensiamo a quanto sia profumato un fiore, che è l’espressione più alta e raffinata della pianta e a quanto invece la stessa pianta possa maleodorare quando sta marcendo. Che ci sia un nesso sottile fra odore ed oggetto che lo produce è anche evidente nel detto “Questa cosa/persona mi puzza...” oppure “Sento puzza di bruciato in questa situazione”. Questi modi di dire denotano il nesso tra olfatto e sfera animica.

I sensi mediani sono proprio per questo motivo definiti anche sensi del sentimento.

É inoltre interessante notare che abbiamo la possibilità di sentire l’odore soltanto di ciò che si trova in stato gassoso e non a caso, nella corrispondenza fra i 12 sensi ed i segni dello zodiaco, il senso dell’olfatto corrisponde al segno dell’Acquario che è un segno d’aria fisso.


Un altro modo per ricevere informazioni sulla natura intorno a noi è cogliendone i sapori, naturalmente attraverso il senso del GUSTO. In questo caso possiamo gustare solo ciò che è stato trasformato in elemento liquido (per le cose solide interviene infatti la saliva ad umidificarle) e ancora una volta troviamo una corrispondenza fra teoria dei sensi ed astrologia: il senso del gusto è associato al segno dei Pesci che è un segno d’acqua mobile.

Che cosa ci dovrebbe comunicare il senso del gusto? Se ciò che stiamo per ingerire è sano oppure dannoso per il nostro organismo. Pensiamo agli animali: prima di mangiare qualcosa lo annusano e se capita loro di ingerire qualcosa di nocivo semplicemente lo vomitano. Noi uomini invece siamo arrivati ad un tale punto di corruzione del senso del gusto, che siamo in grado non solo di mangiare cibo-spazzatura ma di affermare addirittura che sia buono! Questo è il motivo per cui Steiner definisce il senso del gusto il senso più corrotto. Si tratta quindi di un senso che va rieducato e se pensiamo al suo risvolto morale ne abbiamo conferma: non si può certo dire che attualmente nella nostra società dilaghi il buon gusto. Avere buon gusto o cattivo gusto, sono modi di dire che sottolineano ancora una volta la valenza animica che attribuiamo a questo senso.


Luce e colori sono altri elementi che abbiamo la possibilità di percepire grazie ad un senso formatosi appositamente: il senso della VISTA. Educarlo a percepire anche le sfumature più lievi di colore, si rivelerà vantaggioso quando crescendo si trasformerà nella possibilità di percepire differenti sfumature di sentimento o pensiero, sia in noi stessi che negli altri.

Spesso pensiamo di fare un regalo ai bambini circondandoli di colori accesi, sia nell’arredo degli ambienti in cui vivono come la cameretta o l’aula dell’asilo, che nella scelta dei giocattoli. In realtà però così facendo non stiamo educando il loro senso della vista in formazione, che non ha la possibilità di imparare a distinguere colori più tenui e sfumati. Per farlo si possono proporre acquerelli a tinte naturali, che danno origine come per magia ad infinite sfumature di colore.


La temperatura delle cose è un’altra informazione che richiede per essere elaborata, la presenza di un senso specifico: il senso del CALORE.

Avere la possibilità di sperimentare diverse temperature, consentirà al bambino di percepirle crescendo anche dentro di sé, provando entusiasmo e calore umano per le situazioni che vivrà, oppure “freddezza” e quindi disinteresse. Se non lo educhiamo, il bambino rimarrà tiepido ed indifferente nel suo mondo del sentimento, essendo stato abituato a percepire sempre la stessa temperatura. Anche per questo motivo è assolutamente sano portare fuori i bambini anche quando piove nevica o c’è il vento. È un arricchimento al loro organismo sensorio oltre che garanzia di rafforzamento al loro stesso sistema immunitario.


Siamo così giunti all’ultimo gruppo di quattro sensi, chiamati da Steiner Sensi Superiori. Sono i sensi che ci permettono di percepire le altre persone e sono quindi fondamentali per i rapporti sociali. Sono definiti superiori perché propri dell’uomo tranne uno, il primo.

La particolarità della teoria dei sensi di Steiner si rivela con l’esposizione di questi quattro sensi. Essi sono infatti frutto del rispecchiamento dei quattro sensi inferiori. Vediamo come.


Il primo dei sensi superiori è quello che ci permette di percepire i suoni prodotti dagli altri: il senso dell’UDITO. Anche gli animali lo possiedono ed infatti è un senso che fa da ponte con quelli mediani. Ci rivela qualcosa di profondo sia della natura, quando i suoni provengono da essa, che degli esseri viventi che li producono. Steiner dice che è l’anima stessa di cose e persone a vibrare interiormente e a parlarci sotto forma di suoni.

Spesso infatti anche per verificare la qualità di un oggetto, come un bicchiere di cristallo ad esempio, lo facciamo risuonare. Siamo inoltre in grado di riconoscere lo stato d’animo di un essere vivente ascoltando i suoni che produce.

Il senso dell’udito è il rispecchiamento del senso dell’equilibrio. C’è un intimo legame fra orecchio ed equilibrio, è infatti risaputo che la sede dell’equilibrio umano è nell’orecchio interno.

Oltre a questo si può notare come si sia in grado di ascoltare veramente qualcosa o qualcuno soltanto nel momento in cui si mette a tacere se stessi e per riuscire a zittire i propri pensieri non è forse necessario equilibrio interiore? Non dimentichiamoci che anche i sensi inferiori hanno una doppia valenza, fisica ed interiore. L’equilibrio fisico corrisponde ad una capacità di equilibrio interiore e di conseguenza di ascolto. Pensate che nelle scuole steineriane il possesso di un buon senso dell’equilibrio è uno dei parametri per valutare la maturità scolare, se cioè il bambino sia pronto o meno per andare a scuola. Come abbiamo appena visto infatti, solo con un buon senso dell’equilibrio si avrà al contempo una buona capacità di ascolto. Come potrebbe un bimbo che non riesce ad ascoltare, seguire una lezione?


Il secondo dei sensi superiori invece, ci consente di comprendere il linguaggio di una persona, andando quindi oltre la musicalità della voce. Si chiama appunto senso del LINGUAGGIO.

Il senso dell’udito percepisce soltanto l’elemento acustico e musicale del linguaggio; pensate a quando vi ritrovate ad ascoltare qualcuno che parla una lingua che non conoscete: sentite soltanto dei suoni ma non potete comprenderne il linguaggio. Con il senso del linguaggio quindi posso entrare più profondamente in contatto con chi ho di fronte.

È il rispecchiamento del senso del movimento: quando parliamo articoliamo le parole proprio come articoliamo i movimenti. Si può notare infatti come i bambini che solitamente hanno difficoltà a parlare, siano anche impacciati nei movimenti e viceversa. Questo perché fra movimento e linguaggio esiste un intimo legame. Anche il modo in cui si utilizza lo spazio del foglio è indicativo di un senso del movimento più o meno sviluppato. Scrivere o disegnare infatti richiede la capacità di orientarsi, di muoversi all’interno della pagina.


Un ulteriore passo verso la conoscenza e la comprensione dell’altro, avviene nel momento in cui oltre ad ascoltare i suoni che produce e ad intenderne il linguaggio, siamo anche in grado di comprenderne i pensieri. Possiamo farlo grazie al senso del PENSIERO. Il senso del linguaggio infatti è soltanto il mediatore, il veicolo dei pensieri; senza il senso del pensiero distingueremmo timbro e suono, capiremmo il linguaggio ma non il pensiero che è alla base della comunicazione.

Il senso del pensiero è il rispecchiamento del senso della vita: la capacità sviluppata nell’infanzia attraverso il senso della vita, di differenziare sia il proprio stato di salute che i diversi materiali percepiti intorno a sé, si trasforma nell’attitudine a comprendere un’ampia varietà di pensieri. In quanto esseri umani in evoluzione non abbiamo tutti lo stesso modo di pensare e vedere le cose, per capirci e poter socializzare dobbiamo essere in grado anche di comprendere ciò che è diverso da noi, soprattutto in una società multietnica come quella in cui viviamo.


L’ultimo dei sensi superiori è il più raffinato ed il più difficile oggigiorno da sviluppare in modo equilibrato.

Si tratta di quel senso che ci permette di percepire l’individualità di chi abbiamo di fronte, Steiner lo chiama senso dell’IO ALTRUI. Possiamo farci un’idea di cosa si tratti, pensando a quando capita di sentir dire la stessa cosa da due persone diverse e l’una ci lascia quasi indifferenti, mentre l’altra ci entusiasma. In quel caso il contenuto del pensiero è lo stesso ma a fare la differenza è appunto l’individualità di chi parla, data dall’insieme del suo vissuto, del temperamento, della cultura e molto altro.

Attraverso il senso dell’io altrui il bambino verso i sei mesi inizia a distinguere fra persone familiari e sconosciute. Nella prima infanzia questo senso è strettamente legato con la vicinanza corporea e le cure che riceve dagli adulti. Spesso i bambini dicono di essere stanchi anche quando non lo sono proprio per poter essere presi in braccio e percepire l’altro attraverso il contatto fisico.

A questo punto possiamo fare alcune considerazioni sul modo in cui lo sviluppo dei sensi influisca sull’attitudine sociale.

Abbiamo visto che la percezione degli altri è ad appannaggio dei sensi superiori ed è quindi su questi che si dovrebbero fondare i rapporti fra uomini. Cosa significa? Andare oltre il sentimento di simpatia ed antipatia e fondare una società basata non solo sul piacere dello stare insieme, ma anche e soprattutto su questi sensi della conoscenza. Condividere pensieri ed ideali oltre che gusti ed interessi. Anche la coppia per poter durare nel tempo avrebbe bisogno di basi più solide della mutevole sfera delle emozioni e dovrebbe reggersi sulla condivisione di ideali comuni e non esclusivamente sul sentimento. Se non educhiamo i nostri sensi superiori, rischiamo di assomigliare agli animali che non li possiedono e vivono esclusivamente nell’istinto. L’uomo è dotato di un Io e ha il compito di autoeducarsi nell’arco della vita, oltre che a sua volta curare un corretto sviluppo dei sensi conoscitivi nel bambino, se desidera contribuire alla nascita di una società cosciente come auspica lo stesso Steiner.


Sono diversi i livelli sensoriali su cui si svolge la comunicazione umana: la percezione visiva, uditiva, tattile, anche se lo scambio avviene principalmente attraverso la parola, il veicolo dei pensieri.

Dopo una giornata particolarmente stancante o un’influenza, fatichiamo a pensare lucidamente. Questo dimostra quanto la funzione del pensare sia connessa con le forze vitali e salutari. Il senso del pensiero come abbiamo visto è infatti profondamente legato al senso della vita. La consapevolezza di questo nesso è fondamentale nell'educazione del bambino, tenendone conto si eviterà di intellettualizzarlo precocemente, sottraendogli quelle forze vitali necessarie ad un sano sviluppo del suo organismo in formazione. È un dato di fatto che durante le vacanze scolastiche i bambini crescono di più. Le forze con cui pensiamo si nutrono di forze vitali, quelle che rigenerano il corpo e nei primi anni di vita queste forze sono volte soprattutto alla formazione degli organi corporei. L’aspetto fisico di bambini precocemente intellettualizzati al cui corpo sono state sottratte forze vitali in favore dell’intelletto, è caratteristico ed evidenzia questo fatto: solitamente la testa è proporzionalmente più grande del corpo (anche dopo i tre anni, fino ad allora la testa più grande del corpo è tipica del bambino piccolo) che appare fragile mentre l’incarnato è pallido. Tutti segnali del fatto che le forze vitali invece di distribuirsi armonicamente in tutto il corpo del bambino, sono salite concentrandosi nella testa. Il fatto che un bambino possa imparare tutto quello che gli insegniamo non significa ancora che questo sia un bene per lui. Spetterebbe a noi adulti essere consapevoli di ciò che gli fa bene e di quello che invece gli nuoce.


Per quanto riguarda una corretta formazione del senso dell’Io, fondamentale per instaurare un rapporto autentico con chiunque, il periodo cruciale è quello che va dai sei mesi ai due anni e mezzo. In quella fase il bambino desidera soltanto una cosa: una persona che gli si dedichi 24 ore su 24, offrendogli cura, protezione ed accoglienza. In questo modo la sua attitudine sociale avrà basi solide e il bambino crescerà con la capacità di considerare ogni essere umano come unico ed insostituibile e non come un tipo anonimo da ignorare.

A questo proposito è evidente come nella popolazione africana questo avvenga per la totalità delle persone, proprio perché a livello di tradizione e cultura le madri sono solite portare i loro bimbi sempre con sé, avvolti in un telo e premuti contro il loro corpo. In questo modo il loro senso dell’io viene sviluppato al massimo grado ed è infatti evidente quanto le persone di colore siano estremamente più socievoli rispetto a noi.


Per concludere una riflessione sul fatto che una volta coltivare i sensi inferiori (che come abbiamo visto sono alla base di quelli superiori) in modo sano non era un problema, i bambini vivevano e crescevano in un ambiente naturale e ricco di vita e si presentavano a scuola con un organismo sensorio ben preparato. I problemi di disciplina che riscontrano oggi già a partire dall’asilo, sono proprio la conseguenza dei disturbi all’organismo sensorio di cui la maggior parte dei bambini soffre. In questo modo anche lo sviluppo dei sensi superiori è compromesso in partenza, ed ecco che i bambini faticano ad ascoltare e a percepire l’adulto. Come può un bambino letteralmente ubriacato dal movimento interiore raggiungere la quiete necessaria per accogliere qualcosa attraverso i sensi superiori? Non ci riesce.


I materiali naturali che nutrono i sensi del bambino, le sostanze che gli permettono di differenziare la sua capacità di percezione, rischiano di essere rimpiazzati tutti da materiali sintetici che offrono la stessa sensazione atrofizzando l’organismo sensorio. Ne conseguirà una carente capacità di percepire in modo differenziato i pensieri degli altri uomini, con conseguenze disastrose in ambito sociale.

Il senso dell’io altrui è minacciato soprattutto dai media, attraverso i quali i bambini non hanno la possibilità di percepire l’Io della persona ma soltanto un surrogato virtuale. Il senso dell’Io del bambino viene ingannato restando al contempo inappagato. Non sarà di conseguenza in grado di percepire gli uomini attraverso i sensi superiori. Stiamo rischiando di creare una società di solitari che si passano accanto con indifferenza, interessati soltanto a rapporti virtuali perché apparentemente più interessanti.

Il pericolo è che ci si avvii ad un tipo di percezione che comporti sempre meno l’esperienza sensoriale. Come farvi fronte? L’arte ha il potere di mantenere sano il nostro organismo sensorio nonostante gli attacchi della tecnologia, per questo si rivela essere uno strumento fondamentale nell’educazione. Nelle scuole steineriane tutti gli insegnamenti vengono in chiave artistica, anche la matematica. In questo modo l’organismo sensorio può svilupparsi armonicamente.


Un altro rimedio indicato dalla teoria dei sensi di Steiner per sanare un organismo sensorio danneggiato, è quello del ritmo: portare i bambini a muovere il corpo attraverso l’imitazione di movimenti ritmici e non solo meccanici. Tutto ciò che è ritmico educa i sensi inferiori del bambino. Il ritmo è vita, tutto ciò che è vivente in natura è sottoposto ad uno sviluppo ritmico, basta osservare le piante: dal seme il germoglio, le foglie, il fusto, il fiore, il frutto.

Per questo motivo la vita del bambino dovrebbe essere il più possibile scandita da ritmi che si ripetono di giorno in giorno: questo oltre ad essere estremamente salutare permette al bambino di non avere paura perché sa quello che l’aspetta. Se invece proponiamo ogni giorno un ritmo di vita diverso al bambino, non saprà orientarsi e diventerà insicuro e capriccioso.


Siamo noi adulti ad agire direttamente sullo sviluppo dell’organismo sensorio del bambino, attraverso le situazioni che gli facciamo sperimentare e il comportamento che gli offriamo da imitare, per questo il primo compito dell’educatore è quello di autoeducare se stesso.


BIBLIOGRAFIA CONSIGLIATA


Autori vari - Sviluppo dei sensi e attitudine sociale del bambino

Aedel edizioni Torino


Henning Kohler - Bambini paurosi, tristi ed irrequieti

Natura e cultura editrice


Robert Gorter - I dodici sensi dell’uomo

Associazione amici della scuola steineriana


Willi Aeppli - Organismo sensorio- perdita dei sensi/educazione dei sensi

Associazione amici della scuola steineriana


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