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Monica Paggi

Lasciar andare



L'ennesimo prezioso regalo di questo incredibile 2020 è arrivato proprio nei suoi ultimi giorni. Lunedì ho lasciato dopo 7 anni quel piccolo angolo di paradiso che è Cannero Riviera, dove avevo con cura allestito il mio nido. Non è stato facile smantellarlo e dire addio alle passeggiate quotidiane in riva al lago, che mi hanno regalato così tanta pace ed armonia.


Era però necessario per andare avanti, perché in questo settimo settennio sento il bisogno di trovare un po’ di stabilità e di metter radici da qualche parte. Ho scelto di farlo tornando alle origini, fra le montagne.


In questi tre giorni di lutto ho però realizzato una cosa importante: lasciar andare non significa necessariamente perdere qualcosa o qualcuno, bensì integrarlo profondamente nel nostro cuore. Tutto ciò che ha fatto parte della nostra vita entra necessariamente in noi, nelle ossa e nel sangue, nei pensieri e nei sentimenti e costituisce il fondamento del nostro futuro.


Dal punto di vista materiale non c’è più ma si è trasformato in una parte di noi, proprio come il cibo di cui ci nutriamo.


La nostalgia ha così lasciato il posto ad una immensa gratitudine per quest’incredibile esperienza e come sempre da un momento di morte, sorgerà un nuovo inizio.


Credo profondamente nell’importanza di integrare positivamente qualunque esperienza di morte nella nostra vita. La vedo come la possibilità di “allenarci” al momento in cui dovremo lasciare il nostro corpo, l’involucro, la casa che ci ha ospitati per un’intera incarnazione.


L’Astrologia insegna che ciascuno dei 4 elementi si esprime in 3 qualità: cardinale/attiva, fissa e mobile. Dal punto di vista delle divinità induiste queste 3 qualità corrispondono a Brahman il Creatore, Vishnu il Conservatore e Shiva il Dissolutore. Sono i tre momenti che tutto ciò che è vivente su questo Pianeta, di necessità attraversa: una nascita, una vita ed una morte.


Ciascuno di noi ha nel proprio Tema Natale una o più di queste qualità prevalenti e si sente per questo più a suo agio all’interno di una di queste tre fasi.


Chi ha una predominanza di qualità attiva/cardinale ama iniziare nuovi progetti, si dà da fare per realizzare i propri obiettivi ma a volte tende ad aver un po’ troppo bisogno di controllare; con una predominanza fissa si è molto perseveranti ma anche tendenzialmente attaccati; con una maggioranza di qualità mobile si è molto adattabili ma anche piuttosto instabili.


Naturalmente per raggiungere una condizione di armonia è necessario portare equilibrio in queste tre qualità: compensarle dove necessario e smorzarle laddove vi sia un eccesso.


Siamo arrivati alla fine di quest’anno così impegnativo ma anche stracolmo di opportunità di crescita e l’augurio per il Nuovo Anno è quello di iniziarlo con leggerezza, liberandosi di tutto quello che non è più necessario: credenze, stereotipi, giudizi, controllo, aspettative, per godersi finalmente il ritorno al centro di noi stessi, nel luogo più caldo e sicuro che possediamo: il nostro Cuore.

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