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Monica Paggi

Le sottili conseguenze del distanziamento sociale


La prima cosa che ho pensato quando si è cominciato a parlare di “distanziamento sociale” è stata che si trattasse di una minaccia diretta al vissuto sociale delle future generazioni.


Steiner nella sua teoria dei 12 sensi spiega come l’essere umano sia dotato di tre gruppi di sensi (inferiori, mediani e superiori) e come i sensi inferiori (tatto, vita, movimento, equilibrio) si rispecchiano crescendo in quelli superiori (udito, linguaggio, pensiero, Io altrui).


Per un approfondimento su questo tema si vedano gli articoli:


Con il distanziamento sociale è evidente che si sta attentando al sano sviluppo del senso del Tatto, il primo dei sensi inferiori, il più importante. Si tratta della prima esperienza che il bambino fa nascendo: percepire il suo corpicino grazie alla pressione esercitata contro il bacino della mamma nel momento del parto. Solo apparentemente infatti il senso del tatto ci permette di “sentire” ciò che è fuori di noi. Se riflettiamo sull’esperienza tattile, ci rendiamo conto che in realtà quello che ci consente di avvertire è il nostro corpo, la nostra pelle, il nostro limite fisico.


Il bambino ha bisogno di imparare a conoscere il proprio corpo grazie alla percezione tattile che deriva da una carezza, da un massaggio, da un abbraccio. In questo modo si creerà nella sua anima l’impressione di avere dei confini e crescendo potrà estendere questa percezione anche alle altre persone, sviluppando così il senso dell’Io altrui.


I bimbi che nascono con parto cesareo ad esempio, essendo stati privati della primordiale esperienza tattile del proprio corpo al momento della nascita, sono più esposti al rischio di sviluppare un senso dell’Io altrui distorto. In asilo possono arrivare a spingere e mordere gli altri bimbi, non per cattiveria ma come conseguenza del fatto che stanno cercando un modo per “sentire” il loro confine corporeo. Per questo andrebbero curati con attenzioni particolari fin dai primi giorni, per recuperare l’esperienza tattile grazie a massaggi quotidiani e all’utilizzo di abiti avvolgenti, che facciano sentire il loro confine corporeo.


Il punto è che se un bambino impara a percepire positivamente il proprio corpo, svilupperà di conseguenza “tatto” anche per le altre persone. E’ questo il rispecchiamento di cui ci parla Steiner: se imparo a conoscere i miei confini da piccolo, svilupperò anche la sensibilità per percepire quelli delle persone accanto a me. Potete capire a questo punto come un sano sviluppo del senso del Tatto sia alla base di un sano sviluppo della socialità.


Ora provate a immaginare le conseguenze di una generazione che crescerà con il distanziamento sociale. Il messaggio più o meno cosciente che arriverà loro sarà che il contatto fisico è pericoloso, che è meglio non toccarsi, non abbracciarsi, che gli altri sono potenzialmente pericolosi per la mia salute. Si tratta di una vera e propria tragedia umana. Che tipo di società deriverà in futuro da un simile scenario?


E’ troppo importante essere consapevoli di questo fatto, per potervi porre rimedio prima che sia troppo tardi. Tutte le persone che si trovano in contatto con i bambini dovrebbero evitare di creare in loro questo trauma sociale e fare il possibile per coltivare positivamente il senso del tatto.


Come? Lasciandoli camminare a piedi nudi quando possibile, massaggiandoli quotidianamente, magari prima di metterli a dormire ma soprattutto vivendo sinceramente nel proprio cuore un sentimento di amore e fratellanza per tutte le creature viventi, senza paura.


I bambini assorbono tutto, in particolar modo i nostri pensieri ed i nostri sentimenti. Ancora una volta, se vogliamo aiutare le generazioni future, abbiamo da compiere un importante lavoro di autoeducazione su noi stessi: siamo noi in questo momento i modelli di riferimento per i giovani e abbiamo il compito di diventarne consapevoli.


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